Giovedì 19 ottobre 2017
Rm 3,21-30 Sal129 Lc 11,47-54
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi testimoniate e approvate le opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite. Per questo la sapienza di Dio ha detto: “Manderò loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno”, perché a questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo: dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccarìa, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, io vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo in modo ostile e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.
Gesù è molto severo in questo brano. Gesù è più severo ed esigente con chi ha più mezzi a disposizione. Si scaglia contro chi ha delle possibilità (qui parla della conoscenza) e non la mette a disposizione, ma magari la usa per esercitare il potere sugli altri, per dominarli, per sentirsi superiore. Noi abbiamo ricevuto, stiamo ricevendo molto, abbiamo strumenti per capire e conoscere. Come usiamo le nostre potenzialità? Sono occasione per renderci utili e condividerle con altri? O le usiamo per sentirci migliori o, peggio, per prevalere sugli altri?
Un pensiero per riflettere L’universo mi mette in imbarazzo e non posso pensare che questo orologio non abbia il suo orologiaio. (Voltaire)