Lunedì 16 ottobre 2017
Rm 1,1-7; Sal 97 Lc 11, 29-32
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona».
Qual è questo segno di Giona? Giona rimase tre giorni nel ventre della balena, gettato in mare dall’equipaggio di una nave per salvarsi. Poi predicò a Ninive la conversione. Allo stesso modo Gesù morirà per salvarci e dopo tre giorni risorgerà. Non dobbiamo pretendere segni miracolosi per convertirci: ci basti l’incontro con Gesù, attraverso l’ascolto della sua Parola, la testimonianza della sua vita e le parole e le testimonianze di coloro che hanno creduto in lui autenticamente. Questo ci basti per credere ai buoni frutti che la nostra conversione a Dio porterà nella nostra e nelle altrui vite.
Un pensiero per riflettere Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. Tutto passa, solo Dio non cambia. La pazienza ottiene tutto. Chi ha Dio non manca di nulla: solo Dio basta! Il tuo desiderio sia vedere Dio, il tuo timore, perderlo, il tuo dolore, non possederlo, la tua gioia sia ciò che può portarti verso di lui e vivrai in una grande pace. (S. Teresa d’Avila)