Mercoledì – 11 ottobre 2017

Giona 4,1-11; Sal 85 Lc 11,1-4

Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione».

Gesù pregava. A pregare si impara: c’è sempre da imparare, anche nel nostro rapporto con Dio.

Il Padre Nostro di Luca è più breve e anche in esso non compare più la traduzione “indurre in tentazione” sostituita da “non abbandonarci alla tentazione”: infatti la tentazione non è indotta da Dio, ma fa parte della vita, è collegata alla nostra libertà che Dio, per amore, ci ha dato. Piuttosto chiediamo a Dio ogni giorno di non lasciarci soli di fronte alle piccole grandi scelte che facciamo.

Un pensiero per riflettere “La vera fonte dei diritti sono i doveri. Se noi eliminiamo i nostri doveri è inutile che cerchiamo i nostri diritti, che si dissolveranno come fumo” (Mahatma Ghandi)