Mercoledì – 4 ottobre 2017
SAN FRANCESCO D’ASSISI Gal 6,14-18; Sal 15; Mt 11,25-30
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
San Francesco ha scelto la vita semplice cogliendo che è essa che ci rende più vicini a Dio e a Gesù e ci consente di capirne meglio il messaggio. Ma il brano ci dice anche che non si deve essere teologi o scienziati per capire il Vangelo. Infatti capire il Vangelo non significa farne l’esegesi o studiarlo, anche se conoscerlo è utile: capire il Vangelo vuol dire coglierne il messaggio e viverlo. E questo secondo me spesso lo fanno di più le persone semplici, con un atteggiamento aperto e disponibile. Questo incoraggia anche noi quest’anno a leggerlo ogni giorno con umiltà: ne riceveremo ristoro e coraggio.
Un pensiero per riflettere Concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio per cambiare quelle che posso e la saggezza per riconoscerne la differenza. (S. Francesco)