Lunedì – 18 settembre 2017
1Tm 2,1-8; Sal 27; Lc 7,1-10
1 Quando ebbe terminato di rivolgere tutte queste parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafarnao. 2 Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. 3 Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. 4 Costoro giunti da Gesù lo pregavano con insistenza: «Egli merita che tu gli faccia questa grazia, dicevano, 5 perché ama il nostro popolo, ed è stato lui a costruirci la sinagoga». 6 Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non stare a disturbarti, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; 7 per questo non mi sono neanche ritenuto degno di venire da te, ma comanda con una parola e il mio servo sarà guarito. 8 Anch’io infatti sono uomo sottoposto a un’autorità, e ho sotto di me dei soldati; e dico all’uno: Va’ ed egli va, e a un altro: Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa’ questo, ed egli lo fa». 9 All’udire questo Gesù restò ammirato e rivolgendosi alla folla che lo seguiva disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». 10 E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.
I miracoli narrati nel Vangelo non sono poi tanti e, forse, non sono neanche tutti quelli che Gesù ha fatto. Quindi certamente non è il miracolo lo scopo della venuta di Gesù. Il miracolo è un segno della potenza che può scaturire dalla fede in Dio e in Lui. Infatti spesso i miracoli sono segni che catturano l’attenzione, anche oggi, ma servono principalmente ad aiutarci non a confidare in essi, ma a migliorare, correggere, rafforzare il nostro cammino di fede. La fede straordinaria e umile del potente centurione di Cafarnao ci invita ad accostarci a Gesù con tanta fiducia, ma senza pretese.
Un pensiero per riflettere
Non potendo incominciare la vita da capo, non si deve sciuparla. (Francois Mauriac)