Martedì – 12 settembre 2017
Col 2,6-15; Sal 144; Lc 6,12-19
12 In quei giorni Gesù se ne andò sulla montagna a pregare e passò la notte in orazione. 13 Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede il nome di apostoli: 14 Simone, che chiamò anche Pietro, Andrea suo fratello, Giacomo, Giovanni, Filippo, Bartolomeo, 15 Matteo, Tommaso, Giacomo d’Alfeo, Simone soprannominato Zelota, 16 Giuda di Giacomo e Giuda Iscariota, che fu il traditore.17 Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone, 18 che erano venuti per ascoltarlo ed esser guariti dalle loro malattie; anche quelli che erano tormentati da spiriti immondi, venivano guariti. 19 Tutta la folla cercava di toccarlo, perché da lui usciva una forza che sanava tutti.
Oggi sono in voga molti corsi con vari nomi che aiutano le persone a trovare un equilibrio con se stessi, in modo da essere pronti ad affrontare il mondo senza farsi vincere dallo stress. Non li conosco bene e non li giudico. Credo però che già il Vangelo, già Gesù ci indichi spesso la necessità di dedicare del tempo non tanto a fare ma ad essere. E questo richiede dei tempi di ritiro, di deserto, di silenzio. Ma è molto faticoso e, ormai, nel mondo sempre più caotico, comporta una vera e propria decisione della volontà. Non è comunque un isolarsi per stare tranquilli o per nascondersi ai problemi, ma per essere persone capaci di affrontarli, insieme alle altre persone.
Un pensiero per riflettere
La fede è fatta di fedeltà a una persona, più che di adesione a un formulario dogmatico. (Gabriel Marcel)