Bollettino centenario
Inizio queste riflessioni di presentazione del Bollettino straordinario per i 100 anni della parrocchia con un’annotazione personale. In parrocchia c’era ancora una persona del 1920, anno di fondazione: Ferrero Maria in Occhetto. Godeva buona salute, lucidità mentale, e sovente la invitavo a tenere duro perché la volevo presente per questa ricorrenza In breve tempo si è aggravata e ci lasciava il 10 marzo. Cesare Pavese, gloria letteraria della nostra terra, ha scritto nel suo diario: “Il mestiere di vivere” “Un’opera non risolve nulla, così come il lavoro di tutta una generazione non risolve nulla. I figli, il domani, ricominciano sempre e ignorano allegramente i padri, il già fatto. È più accettabile l’odio, la rivolta contro il passato che non questa beata ignoranza. La bontà delle epoche antiche era la loro costituzione in cui si guardava sempre al passato. Questo il segreto della loro completezza inesauribile. Perché la ricchezza di un’opera, di una generazione, è sempre data dalla quantità di passato che contiene”. Mi è parsa opportuna questa riflessione di Pavese. Non si tratta di diventare schiavi del passato, di rimpiangere la ricchezza delle forme religiose esteriori con cui si esprimeva la nostra fede: processioni etc. Nel libro biblico di Qoelet si legge: è da stolti affermare che i tempi passati erano migliori dei presenti, e S. Agostino aggiunge: semplicemente perché non li abbiamo vissuti. Ho sotto gli occhi il bollettino del cinquantenario della parrocchia, e 25mo anniversario come parroco di don Savoiardo, che per 51 anni ne ha accompagnato il cammino. Molte cose sono cambiate nell’approccio dei Mussottesi alla fede Solo un esempio significativo: nel 1970 oltre il 50 per cento partecipava ogni domenica alla Messa domenicale, anche se il dato non è riportato. Oggi la partecipazione si aggira sul 20 per cento, indagine che ho svolto nell’ottobre del 2019. Nel Mitteleuropa, Francia e Germania, si attesta sul 10 per cento, è così sarà anche da noi nei prossimi anni. Per ora rimane forte la richiesta dei Sacramenti dell’iniziazione cristiana: Battesimi, Prima Comunione e Cresima. Ma due altri Sacramenti molto importanti, il Matrimonio e la Confessione, sono in profonda crisi. Ci tengo a precisare che la parola crisi, nel suo significato etimologico dal greco, non è negativa ma apre la strada ad un approccio diverso e positivo nella crescita di una realtà umana, sociale e religiosa. Accenno solo ad alcune situazioni di questa crisi La prima, la più vistosa è la mancanza di vocazione religiose e sacerdotali, sia maschili che femminili. La frattura evidente nella partecipazione alla vita della parrocchia, tra le famiglie tradizionali del passato e quelle di oggi. Esempio: ieri la fede si trasmetteva di generazione in generazione; oggi la catena si è spezzata, per il forte cambiamento avvenuto nella società. La nuova generazione, non è contraria ma assente, o meglio indifferente. Non sto dando alcun giudizio di merito ma cerco di leggere la realtà religiosa del Mussotto di oggi. Coloro che saranno in vita, e auguro molti, nel 2070, hanno diritto di conoscere la situazione religiosa di oggi.
Quando dò l’ultimo saluto ad un parrocchiano, balza agli occhi la realtà religiosa a cui facevo accenno, e sovente concludo: un pezzo del Mussotto tradizionale ci lascia, il nuovo non si intravvede ancora. Quali prospettive si aprono davanti a una realtà così difficile nel cammino di trasmissione della nostra fede alle nuove generazioni? La via da seguire ed è la realtà ad imporla è solo una: la parrocchia sempre meno realtà clericale e sempre più laicale. Per Grazia di Dio ci sono ancora laici convinti e coinvolti, in particolare femminili, meno maschili. Un grido sincero dal profondo del mio cuore: continuate, fatevi avanti, non abbiate paura a fare sentire la vostra voce e non scoraggiatevi. Siamo minoranza e mi piace chiudere con la parabola del Seminatore, che ritengo la più attuale. Quel seme, che è la Parola di Dio, annunciata con fiducia a tutti, nella consapevolezza che solo una minoranza l’accoglierà. Ma non è forse sempre stato così, se l’Apostolo Paolo rivolgendosi all’amico vescovo Timoteo, scrive: “Ti scongiuro davanti a Dio e a Gesù Cristo, annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento”. E Gesù: “non temere piccolo gregge perché al Padre è piaciuto affidarvi il regno”. Un sincero grazie a tutti, in particolare a coloro che in questi 20 anni mi sono stati vicino, condividendo difficoltà e speranza. Il cammino, la storia continua ed il domani non è solo nelle nostre mani ma in quelle del Signore: “Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Don Franco Gallo