Giovedì 4 luglio 2019

Gen 22.1-19; Sal 114 Mt 9,1-8

1 Salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. 2 Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati». 3 Allora alcuni scribi cominciarono a pensare: «Costui bestemmia». 4 Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché mai pensate cose malvagie nel vostro cuore? 5 Che cosa dunque è più facile, dire: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati e cammina? 6 Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere in terra di rimettere i peccati: alzati, disse allora il paralitico, prendi il tuo letto e và a casa tua». 7 Ed egli si alzò e andò a casa sua. 8 A quella vista, la folla fu presa da timore e rese gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.

La folla rende gloria a Dio per il potere che egli, in Gesù Cristo, ha condiviso con gli uomini. Ma qual è questo potere che stupisce la folla? Quello di guarire il paralitico o quello di rimettere i peccati? Qual è quello più importante e che strabilia la folla? Naturalmente guarire la paralisi è un grande potere, visto che ancora oggi la medicina non ce la fa in molti casi. E potrebbe essere offensivo per chi vive in questa situazione considerare qualcos’altro più importante. Ma credo che riuscire a vivere liberi dal male e dal peccato sia anche più straordinario, perchè una vita libera dal male e dal peccato forse ci aiuterebbe anche a sopportare le croci che la vita stessa ci costringe a portare.

UN PROPOSITO UN’INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO

Un pensiero per riflettere „Non dobbiamo vergognarci della nostra malattia. Non è qualcosa da tenere nascosta. È, come dire, quella parte della nostra carta d’identità che ci fa rassomigliare di più a Gesù Cristo. È una tessera di riconoscimento incredibile, straordinaria.“ —  Antonio Bello