Mercoledì 26 giugno 2019
Gen 15,1-12.17-18; Sal 104; Mt 7,15-20
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Guardatevi dai falsi profeti, che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci! Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li riconoscerete».
Spesso da soli non si capisce bene cos’è meglio fare. E’ anche bene guardarsi intorno, cercare profeti e testimoni che annunciano e vivono il Vangelo oggi, per capire e decidere meglio. Ma quest’opera è tanto pericolosa come quella di pensarsi autosufficienti, perchè un profeta sbagliato, anche pieno di fascino, quasi mai ci porta sul sentiero giusto. Per questo ho detto profeti e testimoni, perchè i frutti, e la preghiera, ci aiutano a discernere l’annuncio autentico da quello fuorviante. Più che di buoni comunicatori (quanti ce ne sono!) oggi c’è carenza di buoni testimoni o testimoni del buono
UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
UNA STORIA PER RIFLETTERE Tre donne andarono alla fontana per attingere acqua. Presso la fontana, su una panca di pietra, sedeva un uomo anziano che le osservava in silenzio ed ascoltava i loro discorsi.
Le donne lodavano i rispettivi figli. “Mio figlio”, diceva la prima, “è così svelto ed agile che nessuno gli sta alla pari”. “Mio figlio”, sosteneva la seconda, “canta come un usignolo. Non c’è nessuno al mondo che possa vantare una voce bella come la sua”. “E tu, che cosa dici di tuo figlio?”, chiesero alla terza, che rimaneva in silenzio. “Non so che cosa dire di mio figlio”, rispose la donna. “E’ un bravo ragazzo, come ce ne sono tanti. Non sa fare niente di speciale…”. Quando le anfore furono piene, le tre donne ripresero la via di casa. Il vecchio le seguì per un pezzo di strada. Le anfore erano pesanti, le braccia delle donne stentavano a reggerle. Ad un certo punto si fermarono per far riposare le povere schiene doloranti. Vennero loro incontro tre giovani. Il primo improvvisò uno spettacolo: appoggiava le mani a terra e faceva la ruota con i piedi per aria, poi inanellava un salto mortale dopo l’altro.
Le donne lo guardavano estasiate: “Che giovane abile!”. Il secondo giovane intonò una canzone. Aveva una voce splendida che ricamava armonie nell’aria come un usignolo. Le donne lo ascoltavano con le lacrime agli occhi: “E’ un angelo!”. Il terzo giovane si diresse verso sua madre, prese la pesante anfora e si mise a portarla, camminando accanto a lei. Le donne si rivolsero al vecchio: “Allora che cosa dici dei nostri figli?”. “Figli?”, esclamò meravigliato il vecchio. “Io ho visto un figlio solo!”. (Bruno Ferrero)