Sabato 11 maggio 2019
At 9,31-42; Sal 115; Gv 6,60-69
In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?». Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre». Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui. Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».
Perchè coloro che hanno ascoltato le parole di Gesù a commento dell’evento straordinario della moltiplicazione dei pani le trovano dure? Non vi è contenuta una grande promessa, per ogni persona? Questo sì. Chi legge il Vangelo ne riconosce il valore, ma è il percorso che spaventa e che, forse, non convince neanche del tutto. Infatti è proprio necessario “mangiare” il Signore? E’ proprio necessario incarnarsi nel proprio tempo totalmente donandosi senza remore a Dio e quindi ai fratelli, come Gesù stesso (in modo che viva attraverso di noi)? Non ci sono percorsi alternativi? Procedure certe con risultati certi? Non so, ma spero di continuare a pensarla come Pietro, nonostante i dubbi: “Da chi andrò, solo tu hai parole di vita eterna?”
UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
UN PENSIERO PER RIFLETTERE Quando l’uomo non crede più in Dio, è disposto a credere a tutto. (Chesterton)