Sabato 4 maggio 2019

At 6,1-7; Sal 32; Gv 6,15-21

Venuta intanto la sera, i discepoli Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.

Siamo tutti sulla stessa barca, si dice. E’ un espressione che vale a vari livelli: l’umanità, la Chiesa, la famiglia, il gruppo. E remiamo, remiamo. Spesso la meta ci pare irraggiungibile. Ma continuiamo a remare e cerchiamo di aggiustarci tra noi, cerchiamo di non farci troppe domande e abbiamo difficoltà a remare tutti insieme. Facciamo molta fatica a chiedere aiuto al Signore, per pigrizia, per superbia o perché abbiamo timore che un suo coinvolgimento ci stravolga troppo la vita. Eppure è lui che ci può guidare all’altra sponda, subito. Vinciamo la paura di affidarci, di affidarci a lui.

UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO

UN PENSIERO PER RIFLETTERE Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. Tutto passa, Dio non cambia. A chi ha Dio nulla manca.(Teresa d’Avila)