Mercoledì 1 maggio 2019

Gen 1,26 – 2,3 opp. Col 3,14-15.17.23-24; Sal 89; Mt 13,54-58

San Giuseppe lavoratore

Venuto nella sua patria, Gesù insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Oggi è festa dei lavoratori e dell’importanza del lavoro (ricordiamocene nella preghiera) ed è l’inizio del mese di maggio che, tradizionalmente, la Chiesa dedica alla Madonna. E il brano ci presenta l’umanità di Gesù, figlio di un lavoratore qualsiasi e con una madre qualsiasi e con una vita qualsiasi. Questo può essere motivo di scandalo, cioè di ostacolo, alla fede in Gesù CRISTO. Tanto è vero che a volte si sente dire che però Gesù sapeva già tutto, e la Madonna idem. Penso invece che l’umanità della vita di Gesù debba rafforzare la speranza che la nostra umanità e carnalità, di cui a volte ci possiamo sentire prigionieri, può essere trasfigurata, trasformata, elevata, fino a vivere in pienezza i valori in cui crediamo, con il nostro corpo, ogni giorno. Come ha fatto Gesù. E proprio per questo può aiutare anche noi, poveri uomini e donne.

UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO

UN PENSIERO PER RIFLETTERE “Tutti e’ vizi sonno conditi dalla superbia, sì come le virtù sonno condite e ricevono vita dalla carità.” (S. Caterina da Siena)