Giovedì 24 gennaio 2019
Eb 7,25-8,6; Sal 39 – Mc 3,7-12
7 Gesù intanto si ritirò presso il mare con i suoi discepoli e lo seguì molta folla dalla Galilea. 8 Dalla Giudea e da Gerusalemme e dall’Idumea e dalla Transgiordania e dalle parti di Tiro e Sidone una gran folla, sentendo ciò che faceva, si recò da lui. 9 Allora egli pregò i suoi discepoli che gli mettessero a disposizione una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. 10 Infatti ne aveva guariti molti, così che quanti avevano qualche male gli si gettavano addosso per toccarlo. 11 Gli spiriti immondi, quando lo vedevano, gli si gettavano ai piedi gridando: «Tu sei il Figlio di Dio!». 12 Ma egli li sgridava severamente perché non lo manifestassero.
A volte la Chiesa è simboleggiata da una barca in mezzo al mare che resiste a tempeste e bonacce grazie alla presenza del Signore su di essa. Allora mi piace pensare che, come in questo brano, Gesù ci chiede una barca su cui salire e affrontare al nostro fianco la traversata della vita. La barca, oltre la Chiesa ufficiale, può essere anche solo una piccola zattera come il gruppo giovani o come una missione in un villaggio africano o come un gruppo sposi o un’associazione di impegno sociale: l’importante è che la mettiamo a disposizione di Gesù, ogni giorno perchè sia lui a guidarla.
UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
Un pensiero per riflettere Conducimi dalla morte alla vita, dalla menzogna alla verità. Conducimi dalla disperazione alla speranza, dalla paura alla verità. Conducimi dall’odio all’amore, dalla guerra alla pace. Fa sì che la pace riempia i nostri cuori, il nostro mondo, il nostro Universo. Pace, pace, pace. (MADRE TERESA DI CALCUTTA)