Lunedì 21 gennaio 2019
Eb 5, 1-10; Sal 109 – Mc 2,18-22
18 Ora i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Si recarono allora da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». 19 Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. 20 Ma verranno i giorni in cui sarà loro tolto lo sposo e allora digiuneranno. 21 Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore. 22 E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri e si perdono vino e otri, ma vino nuovo in otri nuovi».
Digiunare? Non digiunare? Fare sacrifici? Non farli? Rinunciare a qualcosa? Non rinunciare? Il brano ci presenta queste due opzioni come giuste in certi momenti e sbagliate in altre. Come comportarsi allora? Collegandolo al resto del brano io credo che si debba cercare continuamente un equilibrio, in modo da riuscire a vivere rinunce e digiuni che si scelgono come chi sa che sta facendo qualcosa di difficile, ma per un motivo importante e in modo da riuscire a vivere comunque con gioia e serenità i nostri giorni senza che la nostra gioia comprometta quella altrui: gioia nuova attraverso scelte nuove.
UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
Un pensiero per riflettere Le svendite fuori stagione sanno di ambiguità. E le altrettanti offerte sottocosto fanno pensare ai surrogati. La Pace non è il premio favoloso di una lotteria che si può vincere col misero prezzo di un solo biglietto. Chi scommette sulla pace deve sborsare in contanti monete di lacrime, di incomprensione e di sangue. La pace è il nuovo martirio a cui oggi la Chiesa viene chiamata. L’arena della prova è lo scenario di questo villaggio globale che rischia di incenerirsi in un olocausto senza precedenti. (TONINO BELLO)