Mercoledì 9 gennaio 2019
1Gv 4,11-18; Sal 71; Mc 6,45-52
Dopo che furono saziati i cinquemila uomini, Gesù costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, a Betsàida, finché non avesse congedato la folla. Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro, camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma!», e si misero a gridare, perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». E salì sulla barca con loro e il vento cessò. E dentro di sé erano fortemente meravigliati, perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito.
Che stile, Gesù. Ha appena riscosso un successone con la moltiplicazione dei pani. I discepoli vogliono godersela, ma lui li costringe a ritirarsi. Si deve recuperare il senso di ciò che si è vissuto. Se lo si fa in disparte, nel silenzio e nella preghiera non si rischia la superbia, l’orgoglio e le altre tentazioni. Altrimenti un’esperienza , pur positiva, straordinaria, eccitante, rischia di ributtarci nella confusione, nella tentazione delle scorciatoie e del cercare emozioni solo fuori dal tran tran quotidiano. E il ritorno ad esso ci spaventa, ci fa paura, non se ne comprende il senso. Speriamo che le intense esperienze di gruppo, vissute ora o in passato, anche a Mussotto, diano più senso ai giorni comuni.
UN PROPOSITO UN INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
Per riflettere Rendere gratuito l’amore! Quale difficile impresa per creature come noi, ripiegate dal peccato su se stesse, chiuse il più delle volte nel loro onnipossente egoismo! Carlo Carretto