Giovedì 18 ottobre 2018
2Tm 4,9-17; Sal 144 – Lc 10,1-9 SAN LUCA EVANGELISTA
1 Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2 Diceva loro: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. 3 Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4 non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. 5 In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. 6 Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7 Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. 8 Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, 9 curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio.
La conclusione del brano mi ricorda che il regno di Dio non è tanto il Paradiso che ci attende dopo la morte fisica, ma è già possibile qui ed ora. In particolare io stesso potrei costruirne un pezzo. Sì, ogni volta che mi avvicino a un malato, a una persona fragile, a una persona che può giovarsi della mia presenza (e quante ce ne sono!), ma aggiungo di più, ogni volta che io, bisognoso, mi lascio avvicinare dal mio prossimo, ogni volta il regno di Dio si realizza, diventa reale. E notate che il regno non è statico, non lo si attende stando fermi sulle proprie posizioni, ma è dinamico: qualcuno deve muoversi, per incontrare un altro, per partecipare a un gruppo, oppure anche muovere la mente e aprirsi alla novità dell’altro, alla novità di Dio.
UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
Un pensiero per riflettere Liberaci, o Signore, dalle sciocche devozioni dei santi dalla faccia triste (S. Teresa d’Avila)