Venerdì 7 settembre 2018
1Cor 4,1-5; Sal 36; Lc 5,33-39
Allora gli dissero: «I discepoli di Giovanni digiunano spesso e fanno preghiere, così pure i discepoli dei farisei; i tuoi invece mangiano e bevono!». Gesù rispose loro: «Potete forse far digiunare gli invitati a nozze quando lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora in quei giorni digiuneranno». Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: “Il vecchio è gradevole!”».
Questo monito di Gesù non va considerato solo rivolto agli ebrei del suo tempo perché accettassero il rinnovamento e compimento portato dal Cristo, ma alla Chiesa di ogni periodo storico, quindi anche a quella dei giorni nostri. E’ ciò che ha cercato di realizzare il Concilio Vaticano secondo e sappiamo che alcune sue indicazioni di rinnovamento non sono ancora state recepite completamente dopo 50 anni. Com’è faticoso il rinnovamento nel cammino della Chiesa, il rinnovamento nelle nostre comunità! Eppure il Vangelo è chiaro: vino nuovo in otri nuovi. Si deve camminare fianco a fianco con le novità che la storia umana presenta affidandosi senza paura a valutarli col Vangelo e non solo con la tradizione precedente.
UN PROPOSITO UN’INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
Un pensiero per riflettere La madre difende la carne sua, il cuore del corpo suo. Soffre di più la Madonna ai piedi della croce, che il Figlio crocefisso.
(Elsa Morante)