Martedì 21 agosto 2018
Ez 28,1-10; Sal Dt 32,26-36; Mt 19,23-30
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco etri nel regno dei cieli». A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: «Chi si potrà dunque salvare?». E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro prendendo la parola disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?». E Gesù disse loro: «In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi».
Gesù indica la strada ai suoi discepoli. Gesù indica la strada a ciascuno di noi. Ognuno di noi dovrà interpretare questo tutto da lasciare per essere davvero capaci di seguire il Signore. Nel Vangelo di Luca il brano parallelo all’elenco aggiunge anche la moglie. Gesù non spinge al divorzio o a trascurare i propri genitori, ma ad avere il suo regno come priorità assoluta. Troppo difficile? Forse sì. Per questo Gesù consola gli apostoli e noi ricordandoci che al nostro Dio tutto è possibile, anche occuparsi di persone che hanno appena cominciato a “lasciare” qualcosa e umilmente si rivolgono a lui riconoscendosi ancora imperfetti.
UN PROPOSITO UN’INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
UN PENSIERO PER RIFLETTERE Il pane che a voi sopravanza è il pane dell’affamato; la tunica appesa al vostro armadio è la tunica di colui che è nudo; le scarpe che voi non portate sono le scarpe di chi è scalzo; il denaro che voi tenete nascosto è il denaro del povero; le opere di carità che voi non compite sono altrettante ingiustizie che voi compite. (San Basilio Magno)