Venerdì 3 agosto 2018

Ger 26,1-9; Sal 68; Mt 13,54-58

In quel tempo, Gesù venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.

Per le idee e le esperienze che mi sono costruito negli anni credo che lo scandalo di cui parla a volte il Vangelo sia da intendersi come l’ostacolo che un certo comportamento o certe parole pongono al cammino di fede. Persino Gesù ha dovuto affrontare questo problema, cioè che suoi gesti e parole, a causa sì della chiusura degli interlocutori, ma comunque potessero ostacolare la fede di alcune persone. E si è trovato costretto a non fare molti gesti per evitare questo problema. Anche noi dobbiamo vigilare in modo che parole o gesti nostri, anche in buona fede, non ostacolino nessuno nella sua crescita umana e spirituale.. Altrimenti è meglio fare un passo indietro o cambiare la forma di ciò che facciamo.

UN PROPOSITO UN’INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO

UN PENSIERO PER RIFLETTERE La nostra casa, Signore, sia salda, perché fondata su di te, che sei la roccia; luminosa, perché illuminata da te,che sei la luce; serena perché guardata da te,che sei la gioia; silente, perché governata da te,che sei la pace; ospitale, perché abitata da te,che sei l’amore. Nessuno, Signore, venga alla nostra casa senza esservi accolto; nessuno, vi pianga senza essersi consolato; nessuno vi ritorni senza ritrovarti nella preghiera, nell’amore e nella pace. (Mons. Claudio Civetti)