Lunedì 30 luglio 2018
Ger 13,1-11; Cant. Dt 32,18-21; Mt 13,31-35
In quel tempo, Gesù espose alla folla un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami». Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata». Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta: Aprirò la mia bocca con parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo».
Il regno dei cieli è difficile da spiegare. Gesù ricorre a parabole ed esempi in varie parti del Vangelo. E’ una realtà che supera le categorie umane. E’ per gli uomini ma è anche una realtà pregna di divino, di Spirito. E’ una realtà fatta di cose, di persone, ma soprattutto è un qualcosa che cresce dentro ognuno, a seconda di come è fatto lui, e lo trasforma facendone lievitare le bellezze che, unite alle bellezze delle altre persone, danno vita al regno di Dio. Per costruirlo, per farne parte è non è necessario credo fare grandi cose, ma accogliere in sé, nella propria vita, parole e opere, i semi d’amore che ci vengono donati e lasciarli sviluppare.
UN PROPOSITO UN’INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
UN PENSIERO PER RIFLETTERE Un seme germoglia, diventa fiore, diventa frutto se una buona terra, se un buon concime lo nutrono.
Terra e concime non vedranno il frutto e il fiore non saprà mai chi ringraziare, ma il miracolo sarà compiuto.
Io posso essere buona terra, buon concime se in mezzo alla gente, senza volto e senza nome, porto la mia presenza di preghiera. (Ernesto Olivero)