Lunedì 16 luglio 2018

Is 1,10-17; Sal 49; Mt 10,34—11,1

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa». Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.

Mi colpisce di questo brano il fatto che Gesù ammiri non solo l’uomo giusto o il grande profeta e testimone del Vangelo, ma addirittura considera allo stesso livello chi, non ricoprendo tale ruolo per vari motivi, riconosce il giusto e collabora con lui, riconosce il profeta e gli dà una mano. Già solo questo nostro schierarci è un servizio per il regno di Dio e può portarci però allo scontro con le persone che frequentiamo, addirittura con i nostri familiari, che magari pensano che la nostra scelta possa compromettere il nostro futuro o privare di qualcosa la famiglia o loro stessi oppure per altri motivi meno nobili.

UN PROPOSITO UN’INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO

UN PENSIERO PER RIFLETTERE Se vuoi essere un uomo sul solco di Cristo non puoi vivere in bilico. Devi scegliere. (Giovanni Paolo II)