Mercoledì 4 luglio 2018

Am 5,14-15,21-24; Sal 49 ; Mt 8,28-34

In quel tempo, essendo Gesù giunto all’altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro; erano tanto furiosi che nessuno poteva più passare per quella strada. Cominciarono a gridare: «Che cosa abbiamo noi in comune con te, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?». A qualche distanza da loro c’era una numerosa mandria di porci a pascolare; e i demòni presero a scongiurarlo dicendo: «Se ci scacci, mandaci in quella mandria». Egli disse loro: «Andate!». Ed essi, usciti dai corpi degli uomini, entrarono in quelli dei porci: ed ecco tutta la mandria si precipitò dal dirupo nel mare e perì nei flutti. I mandriani allora fuggirono ed entrati in città raccontarono ogni cosa e il fatto degli indemoniati. Tutta la città allora uscì incontro a Gesù e, vistolo, lo pregarono che si allontanasse dal loro territorio.

Vorrei oggi portare la nostra riflessione sul come ci poniamo di fronte ai problemi psichici. Le persone con tali problemi ci paiono “indemoniate”, ci fanno paura? Penso sia normale che a volte sia così. Gesù come reagisce di fronte a loro? Innanzitutto entra in relazione con loro, cerca un dialogo. Ed è certamente la cosa più bella e più importante ed oggi ci sono studi e persone che possono aiutarci. Ma vorrei anche sottolineare l’importanza di quella che uno psichiatra chiama la “comunità di destino” di cui ci si dovrebbe sentir parte, formata da persone con potenzialità e fragilità diverse, unite da un destino comune, perché noi stessi potremmo essere un giorno in una situazione di fragilità e non ci sarebbe niente di più importante che sentirsi comunque parte di una comunità di cui sentirsi parte.

UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO

Un pensiero per riflettere:  Se saprai sorridere con chi sorride, piangere con chi soffre, e saprai amare senza essere riamato, allora, figlio mio, chi potrà contestarti il diritto di esigere una società migliore?  Nessuno, perché tu stesso, con le tue mani, l’avrai creata! (Tommaso da Kempis)