Giovedì 21 giugno 2018

Sir 48,1-14; Sal 96; Mt 6,7-15

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

Padre NOSTRO, cioè Padre di chi? Naturalmente questo modo di pregare di Gesù è innovativo, perchè ci invita a rivolgerci a Dio individualmente ma, allo stesso tempo sapendo di essere parte di una comunità. Ma nostro di chi? Anche qesta apertura può diventare chiusura limitando il nostro a quelli come noi e quel come noi può farci escludere via via varie categorie di persone, con le conseguenze di emarginazione, guerre e chiusure che spesso la religione porta con sé. E’ il tipico errore dell’interpretazione. Ma il Vangelo va letto per intero, commenta se stesso e poi va letto alla luce della vicenda storica con cui Gesù l’ha incarnato. Proprio i giorni scorsi quel nostro era chiaro perchè il Dio in cui ha creduto Gesù fa piovere sui buoni e sui cattivi, perchè è padre di qgni persona umana, nessuna esclusa.

UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO

UN PENSIERO PER RIFLETTERE: Sia santificato il tuo nome,non il mio.
Venga il tuo regno,non il mio.
Sia fatta la tua volontà,non la mia.
Donaci pace con Te pace con gli uomini
pace con noi stessi e liberaci da ogni timore. (Dag Hammarskjöld)