Sabato, 26 maggio 2018

Gc 5,13-20 – Sal 140 – Mc 10,13-16

In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

Il contesto di Gesù non era come invece lo è oggi molto favorevole e attento ai bambini: quindi il suo atteggiamento stupiva i discepoli. Ma Gesù, verso i bambini, verso le donne, verso gli esclusi, ha un atteggiamento di apertura e soprattutto di valorizzazione, perchè per lui ogni persona è importante e lo evidenzia proprio attraverso l’attenzione ai meno considerati. In particolare nei bambini coglie la grande capacità di stupirsi, di entusiasmarsi, che è alla base della fede autentica nel Signore e che spesso a noi viene a mancare, perché più comodo placare la coscienza accontentandosi di gesti e rituali abitudinari che, a volte, non significano più molto.

UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO

UN PENSIERO PER RIFLETTERE Donare un sorriso rende felice il cuore. Arricchisce chi lo riceve senza impoverire chi lo dona. Non dura che un istante ma il suo ricordo rimane a lungo. Nessuno e’ cosi’ ricco da poterne fare a meno ne’ cosi’ povero da non poterlo donare. Il sorriso crea gioia in famiglia da’ sostegno nel lavoro ed e’ segno tangibile di amicizia. Un sorriso dona sollievo a chi e’ stanco, rinnova il coraggio nelle prove e nella tristezza e’ medicina. E se poi incontri chi non te lo offre sii generoso e porgigli il tuo: nessuno ha tanto bisogno di un sorriso come colui che non sa darlo. (P. Faber )