Sabato 10 marzo 2018

Os 6,1-6; Sal 50; Lc 18,9-14

In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato».

Come non accorgersi che spesso noi ci troviamo nella condizione del fariseo e cerchiamo di valorizzare quello che facciamo e pensiamo noi, a volte anche giustificando un nostro comportamento non evangelico dicendo “è già tanto quello che facciamo in confronto agli altri”. Quando il nostro metterci in preghiera ci porta a questo, non dà frutto. La preghiera parte dal bisogno di essa e dal riconoscersi bisognosi di qualcun altro che ci converta. Poi diventa ringraziamento per quello che siamo, perchè riconosciamo che il Signore ci accetta così come siamo e può trarre il bene dalla nostra vita.

OGGI: UN PROPOSITO (verso la comunità/Chiesa)

UN’ INTERCESSIONE (per la pace e la giustizia)

UN GRAZIE (per l’amore)

UN PERDONO

UN PENSIERO PER RIFLETTERE Non perdere coraggio nel considerare le tue stesse imperfezioni ma datti immediatamente da fare per rimediarle – ed ogni giorno ricomincia da capo. (Francesco di Sales)