Martedì 13 febbraio 2018

Gc 1,12-18 – Sal 93 – Mc 8,14-21

In quel tempo i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane. Si accorse di questo e disse loro: «Perché discutete che non avete pane? Non capite ancora e non comprendete? Avete il cuore indurito? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite? E non vi ricordate, quando ho spezzato i cinque pani per i cinquemila, quante ceste colme di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Dodici». «E quando ho spezzato i sette pani per i quattromila, quante sporte piene di pezzi avete portato via?». Gli dissero: «Sette». E disse loro: «Non comprendete ancora?».

Questo come altri brani di questa settimana dovrebbe togliere qualche dubbio sulla storicità dei Vangeli. Infatti essi sono stati scritti come supporto all’evangelizzazione portata avanti dagli apostoli. Ma in esso non vengono assolutamente omessi i rimproveri che spesso Gesù ha rivolto loro (ne vengono riportati persino i tradimenti). Perchè il Vangelo non vuole rendere credibili gli apostoli, i messaggeri, ma comunicare il messaggio, Gesù Cristo. Quanto successo agli apostoli dovrebbe incoraggiarci sempre a parlare con Gesù, a parlare di Gesù, a confrontarci con i fratelli, perchè giungano anche a noi in qualche modo i suoi rimproveri, che hanno il solo scopo di renderci migliori, di farci apostoli e messaggeri di lui, di farci uomini e donne “riusciti”.

UN PENSIERO PER RIFLETTERE: Più approfondisco il Vangelo, più trovo un afflato, una forza, una vita incomparabili. Vi trovo veramente il Signore. Ogni giorno da questa lettura esco pacificata, corroborata; la mia volontà vi si ritempra, il mio cuore vi si riscalda. Il Signore, supremo Educatore, per mezzo di questo libro dei libri, riforma l’educazione del mio essere più profondo, mi aiuta a capire la vita, a sorridere al dovere e a volere fortemente. (Elisabetta Leseur)