Lunedì 10 dicembre 2018

Is 35,1-10; Sal 84; Lc 5,17-26

17 Un giorno sedeva insegnando. Sedevano là anche farisei e dottori della legge, venuti da ogni villaggio della Galilea, della Giudea e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. 18 Ed ecco alcuni uomini, portando sopra un letto un paralitico, cercavano di farlo passare e metterlo davanti a lui. 19 Non trovando da qual parte introdurlo a causa della folla, salirono sul tetto e lo calarono attraverso le tegole con il lettuccio davanti a Gesù, nel mezzo della stanza. 20 Veduta la loro fede, disse: “Uomo, i tuoi peccati ti sono rimessi”. 21 Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere dicendo: “Chi è costui che pronuncia bestemmie? Chi può rimettere i peccati, se non Dio soltanto?”. 22 Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: “Che cosa andate ragionando nei vostri cuori? 23 Che cosa è più facile, dire: Ti sono rimessi i tuoi peccati, o dire: Alzati e cammina? 24 Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati: io ti dico – esclamò rivolto al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua”. 25 Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e si avviò verso casa glorificando Dio. 26 Tutti rimasero stupiti e levavano lode a Dio; pieni di timore dicevano: “Oggi abbiamo visto cose prodigiose”.

Qual è il primo dono che Gesù fa al paralitico, grazie alla fede sua e a quella dei suoi amici: non è la guarigione dalla paralisi, ma il perdono dei peccati. Cos’è più importante? Non siamo tentati di dire la guarigione dalla paralisi? Eppure oggi il Vangelo sembra farci riflettere sulle priorità di un cammino di fede, ma forse anche relazionale: prima cerca in Gesù la liberazione dal peccato perchè è la premessa perchè anche la paralisi sia guarita, sia essa fisica sia mentale ( la guarigione consiste soprattutto nel vivere in modo diverso e non paralizzante la propria condizione, sia fisica che mentale) e apra a una più aperta relazione con Lui e con i fratelli.

UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO

Un pensiero per riflettere Noi diciamo che tu devi di nuovo venire, ed è vero, ma non è propriamente un “nuovo” venire; poiché nell’umanità che hai assunto in eterno per tua, non ci hai mai lasciato. (Karl Rahner)