Mercoledì 12 dicembre 2018

Is 40,25-31; Sal 102; Mt 11,28-30

28 Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. 29 Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. 30 Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero”.

Anche oggi il Vangelo ci dà indicazioni per imparare a vivere nell’attesa, una condizione caratteristica dell’uomo di fede, sempre, che su cui la liturgia ci invita a riflettere e che cerchiamo di vivere in questo periodo, perchè diventi un aspetto del nostro stile di vita di cristiani anche nel resto dell’anno. Colui che crede in Dio attende che egli si incarni nella propria vita e in quella del mondo in cui vive, ma deve abbandonarsi a lui, per fede, in modo che Dio possa manifestarsi come vuole, stupendo e, magari rinnovando la nostra vita, oppure consolandola e sostenendola. Così anche i gioghi, le stanchezze le fragilità che abbiamo, saranno più dolci e leggere.

UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO

Un pensiero per riflettere

Avvento è essere convinti
che il Signore viene ogni giorno,
ogni momento nel qui
e nell’ora della storia,
viene come ospite velato.
E, qui, saperlo riconoscere:
nei poveri, negli umili, nei sofferenti.
Avvento significa in definitiva:
allargare lo spessore della carità!
Tanti auguri scomodi, allora! (
Tonino Bello)